L’educazione del bambino dal punto di vista della Scienza dello Spirito

- DISPENSA -

L’educazione del bambino

L'educazione del bambino dal punto di vista della Scienza dello Spirito

Primo scritto pedagogico di Rudolf Steiner, datato 1907.

La vita di oggi mette in discussione molto di ciò che l’uomo ha ereditato dai suoi predecessori. Stanno affiorando tanti problemi e tante esigenze del nostro tempo: il problema sociale, il problema della donna, il problema dell’educazione e della scuola, i problemi giuridici, e così via. Un gran numero di persone cercano di avvicinarsi ai problemi che si presentano agli uomini con i mezzi più disparati; ma chi sia in grado di osservare più profondamente la vita, si renderà conto che il nostro tempo si pone dinanzi a tali problemi con mezzi insufficienti. Molti vorrebbero riformare la vita senza veramente conoscerne le basi.
Chi vuol fare proposte su come ci si debba comportare in avvenire non può accontentarsi di imparare a conoscere la vita soltanto superficialmente. Deve studiarla nelle sue profondità.

La vita è come una pianta

Chi osserva una pianta rivestita di sole foglie sa perfettamente che, dopo qualche tempo, sul ramo frondoso vi saranno anche fiori e frutti. Essa nasconde nelle sue recondite profondità anche il suo stadio futuro, la sua disposizione ad avere fiori e frutti. Però, come potremmo dire quale sarà il suo aspetto se della pianta decidessimo di studiare soltanto quello che essa offre al nostro sguardo? Lo si potrà conoscendo la natura della pianta. Così, esiste la possibilità di affermare qualcosa sull’avvenire dell’uomo se si penetra al di sotto della superficie della natura umana, fino al suo essere. Le diverse idee riformatrici del presente potranno veramente diventare fruttuose qualora scaturiscano da una simile profonda indagine della vita umana.

Tale è il compito della Scienza dello spirito: fornire una pratica concezione del mondo che comprenda l’essenza della vita umana. Essa può essere d’aiuto per i grandi problemi della vita, ma può anche esserlo per le situazioni apparentemente più secondarie della vita quotidiana.

Sapendo che in avvenire varranno le medesime leggi fondamentali della vita che valgono oggi, l’indagine di quanto oggi esiste ci condurrà alla conoscenza dei germi dell’avvenire, pertanto non si avrà bisogno di escogitare programmi, ma li si dedurrà da quello che già esiste.
Allo stesso modo, per il problema dell’educazione, non si avanzeranno richieste o programmi, ma verrà semplicemente descritta la natura del bambino. Dall’essere dell’uomo in formazione risulteranno, naturalmente, gli spunti per l’educazione. E se si vuole conoscere l’essere dell’uomo in via di divenire, bisogna partire dallo studio della natura nascosta dell’uomo in generale.

Quello che l’osservazione sensoriale conosce nell’uomo e che la concezione materialistica della vita vuol considerare come l’unica cosa esistente dell’essere umano, per la ricerca spirituale è soltanto una parte, un elemento della natura umana, e precisamente il suo corpo fisico. Il corpo fisico è sottoposto alle medesime leggi della vita fisica, è composto dalle medesime sostanze e dalle medesime forze, come tutto il rimanente regno minerale

I corpi costitutivi dell'uomo

Oltre al corpo fisico, la scienza dello spirito riconosce nell’uomo anche una seconda entità, che egli condivide con le piante e gli animali: il corpo vitale o eterico. Il corpo eterico fa in modo che le sostanze e le forze del corpo fisico si manifestino nella crescita, nella riproduzione, nella circolazione interna dei succhi, e così via. Il corpo eterico è cioè il costruttore, il formatore del corpo fisico, il suo abitatore e il suo architetto.

Qualche tempo fa, tra il 18º e il 19º secolo, si diceva che le sostanze e le forze attive in un minerale, di per sé sole, non possono assumere la forma di un essere vivente. Per essere tale un corpo deve avere interiormente una speciale forza che si indicava con il nome di forza vitale. Con l’arrivo del materialismo, una simile rappresentazione venne però accantonata. La scienza moderna considera l’esperienza sensoriale la base di ogni sapere; dalle impressioni dei sensi essa trae conclusioni e conseguenze. Ricusa invece quello che trascende tale esperienza e dice che è al di fuori del conoscere umano.

Per la Scienza dello spirito una simile opinione somiglia a quella di un cieco che volesse stimare valido soltanto quanto si può toccare, e rigettasse le affermazioni di chi vede, perché le considera al di là delle possibilità conoscitive umane. Come luce e colori sono attorno al cieco, ma questi non può percepirli, così la Scienza dello spirito afferma che vi sono parecchi mondi attorno all’uomo e che egli li potrà percepire soltanto quando avrà formato gli organi adatti allo scopo. Come il cieco vede un nuovo mondo appena viene operato, così l’uomo, mediante lo sviluppo di organi superiori, può conoscere ben altri mondi, diversi da quelli che i sensi ordinari gli permettono di percepire. Così potrà percepire il corpo eterico e gli altri corpi di cui è costituito.

La terza parte costitutiva dell’entità umana è il corpo senziente o corpo astrale, che l’uomo condivide con gli animali. Esso è il portatore di dolore e piacere, di impulsi, brame, passioni e così via. Un essere che consista soltanto di corpo fisico e di corpo eterico non ha tutte queste cose, che si possono riassumente cotto l’espressione di sensazioni. La pianta non ha sensazioni. Certo, può reagire a delle impressioni esterne, ma non possiamo dire che senta quelle impressioni. Lo si può dire soltanto se un essere sperimenta l’impressione in sé; se cioè esiste una specie di rispecchiarsi interiore della sollecitazione esteriore.

A differenza di ogni altro essere terreno, l’uomo ha anche una quarta parte costitutiva della sua entità: il portatore dell’io umano. Riflettiamo sulla parola “io”. Tutti chiamano “tavolo” un tavolo e “sedia” una sedia. Ma per la parola “io” è diverso. Nessuno può usarla per indicare un altro; ognuno può dire “io” soltanto a se stesso. Un essere che può dire “io” è dunque un mondo a sé.
Lo stesso concetto possiamo ritrovarlo nelle antiche religioni. Il corpo dell’io è il portatore dell’anima umana superiore. Grazie ad esso l’uomo è il coronamento della creazione terrestre. L“io” ha il compito di nobilitare e purificare le altre parti costitutive dell’entità umana, e ciò avviene attraverso delle trasformazioni che l’uomo compie sulle sue parti costitutive inferiori. Quando l’io trasforma il corpo senziente, esso viene chiamato anima senziente, il corpo eterico è detto anima razionale, e il corpo fisico anima cosciente.
Volendo fare un esempio pratico, quella che noi chiamiamo voce della coscienza non è altro che il risultato del lavoro dell’io sul corpo eterico attraverso le reincarnazioni. La voce della coscienza sorge infatti quando l’uomo si avvede di non dover fare una cosa e, a seguito di tale riflessione, viene esercitata su di lui un’impressione tale da trasferirsi fin nel suo corpo eterico.

Non ci si deve però immaginare che il lavoro che l’io compie per la trasformazione delle tre parti costitutive inferiori avvenga consecutivamente. Essa avviene contemporaneamente per i tre corpi, fin dal primo accendersi dell’io, e non è percepibile all’uomo fino a quando non si sia trasformata una parte dell’anima cosciente.

Quando poi l’io diviene talmente forte da trasformare, mediante la sola propria forza individuale, il corpo senziente, ecco che raggiunge il sé spirituale, conosciuto in oriente come manas. Tale trasformazione dipende in sostanza da un apprendere e arricchire l’interiorità con idee e vedute più elevate. Il corpo senziente così trasformato viene detto.
Però l’io può arrivare ad un lavoro ancora più elevato sull’entità dell’uomo. Quando lavora con coscienza e individualmente alla modificazione di abitudini, temperamento, carattere, memoria, e così via, egli trasforma il corpo vitale in spirito vitale, o budhi in Oriente. Ad un gradino ancora superiore l’uomo perviene a conseguire delle forze mediante le quali egli può agire sul suo corpo fisico, trasformandolo in ciò che viene chiamato uomo spirituale, o atma in Oriente.

Tale spiegazione ci è servita perché come educatori noi lavoriamo sulle quattro parti costitutive dell’entità umana, e se si vuole lavorare in modo giusto, bisogna studiarne la natura e le loro fasi di sviluppo nelle differenti età.

Le tre nascite

Nasce il corpo fisico

La Scienza della spirito parla quindi di tre nascite dell’uomo.
Prima della nascita fisica, l’essere umano in divenire è racchiuso da ogni lato da un corpo fisico estraneo: il corpo fisico della madre, che per i primi 9 mesi di vita rappresenta il suo ambiente. Soltanto quel corpo può agire sul bambino.
Con la nascita, l’involucro fisico materno si separa dal bambino e di conseguenza il mondo fisico circostante ora può agire direttamente su di lui. I sensi si aprono al mondo esterno e nasce così il corpo fisico del bambino, ma non ancora il corpo eterico e astrale, che rimangono circondati da un’involucro fino alla seconda dentizione, cioè circa fino ai sette anni. Soltanto durante la seconda dentizione l’involucro eterico abbandona il corpo eterico, lasciando solo l’involucro astrale che rimarrà fino al sopravvenire della pubertà. Gli organi della riproduzione diventano autonomi perché ora il corpo astrale libero non agisce più verso l’interno, ma si presenta direttamente al mondo esterno privo di involucri.

Pertanto. Come sul bambino ancora in grembo non è possibile far agire gli influssi del mondo fisico esterno, così prima della seconda dentizione non si dovrebbero far agire sul corpo eterico e sul corpo astrale forze e influssi di quei mondi. Bisogna sapere su quali parti dell’entità umana si debba agire in una determinata età, e come compiere nella pratica tale azione.

Dalla nascita fino alla seconda dentizione, il corpo umano ha da compiere sopra di sé un lavoro sostanzialmente diverso dai compiti di ogni altro periodo della vita. In questo periodo gli organi fisici devono plasmarsi in determinate forma; la loro struttura deve acquisire determinati orientamenti e tendenze. Anche in seguito si avrà la crescita, ma in tutti i periodi seguenti la crescita avverrà in base alle forme che si saranno plasmate nell’epoca ora indicata. Se si saranno plasmate forme giuste, cresceranno forme giuste, se si saranno plasmate deformità, cresceranno deformità. In tutti i periodi successivi non si potrà rimediare quello che l’educatore avrà mancato di fare fino al settimo anno. Come prima della nascita la natura prepara il giusto ambiente per il corpo fisico umano, così dopo la nascita l’educatore provvede per l’ambente fisico adatto. Soltanto un ambiente fisico adatto agisce sul bambino in modo che i suoi organi fisici si plasmino nelle giuste forme.
Ci sono due magiche parole che indicano come il bambino entri in relazione con il suo ambiente. Esse sono: imitazione ed esempio. Aristotele dice che l’uomo è l’animale che più imita: per nessun’altra età tale affermazione si adatta maggiormente che per quella infantile, fino alla seconda dentizione. Il bambino imita quello che avviene nell’ambiente fisico attorno a lui, e nell’imitare i suoi organi fisici si riversano nelle forme che poi rimarranno. Si deve però intendere l’ambiente fisico nel senso più vasto pensabile. Di esso fa parte non soltanto quello che materialmente avviene attorno al bambino, ma tutto quello che si svolge nell’ambiente del bambino, che può venir percepito dai suoi sensi, e che può agire sulle sue forze spirituali dallo spazio fisico. Ne fanno parte anche tutte le azioni morali o immorali, sensate o sciocche che egli può vedere.
Non discorsi morali, non insegnamenti razionali agiscono sul bambino nella direzione indicata, bensì quello che gli adulti fanno visibilmente davanti ai suoi occhi, vicino a lui. Gli insegnamenti non agiscono normativamente sul corpo fisico, ma sul corpo eterico, e questo fino ai sette anni è circondato da un involucro eterico protettivo. Il bambino non impara mediante insegnamenti, ma per imitazione. E i suoi organi fisici plasmano le loro forme grazie all’influsso dell’ambiente fisico circostante. Si forma una vista sana quando si pongono attorno al bambino i colori adatti e i giusti rapporto di luce; e nel cervello e nella circolazione sanguigna si formano le disposizioni fisiche per un sano senso morale, se il bambino sperimenterà moralità attorno a sé.
Tra le forze che agiscono in modo formativo sugli organi fisici va contata la gioia che il bambino ha per e con il suo ambiente. Espressioni serene degli educatori, e soprattutto amore sincero, non forzato. Un tale amore, che scorra caldo attraverso l’ambiente fisico, fa nascere, cova nel vero senso della parola, le forme degli organi fisici. Quando, in una tale atmosfera di amore, il bambino può imitare degli esempi salutari, si trova egli allora nel suo giusto elemento.
Ci si può convincere di come il bambino sia avido di imitare, osservando come egli copi i segni della scrittura ben prima di capirli. È anzi bene se il bambino prima copia quei segni e soltanto in seguito impara a capirne il significato. L’imitazione è infatti caratteristica del periodo di sviluppo del corpo fisico, mentre il significato parla al corpo eterico, e su quest’ultimo si dovrebbe agire soltanto dopo la seconda dentizione, quando sia caduto l’involucro eterico esterno.

Nasce il corpo eterico

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